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Gabbiano roseo

Il gabbiano roseo per dimensioni e struttura è simile al Gabbiano comune, ma si differenzia dal becco più sottile.  In inverno la testa e il collo sono bianchi striati lateralmente di grigio scuro con aree grigiastre attorno agli occhi,  mantello, dorso, coda e parti inferiori bianche. In estate la testa e il collo sono bianchi candidi e le parti inferiori sono bianche con sfumature rosa.

 

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Specie migratrice, sedentaria e dispersiva, è diffusa in modo frammentato in Europa meridionale, Asia occidentale e Africa nord-occidentale. Nel Mediterraneo nidifica in poche località costiere. In Italia è prevalentemente migratore, molto localizzato come nidificante e svernante nel Cagliaritano, nell’Oristanese, a Margherita di Savoia e nelle zone umide tra Comacchio e Ravenna.

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Nidifica in coppie più o meno isolate, ma anche con altre specie: esempio la Rondine di mare, il Gabbiano comune o il Gabbiano corallino. Il nido viene costruito su isolotti con o senza copertura vegetale in una depressione del terreno addobbata con materiale vegetale e penne. Nell’anno compie una sola covata, depone le uova tra metà aprile e giugno. Le 2-3 uova deposte vengono incubate per circa 22 giorni, sia dalla femmina che dal maschio.  I pulcini vengono allevati da entrambi i genitori e sono già pronti al volo dopo 4 o 5 settimane.

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Le sue abitudini sono gregarie in ogni periodo dell’anno e come gli altri gabbiani raccoglie il cibo soprattutto sulla superficie dell’acqua. Si ciba di Invertebrati (Insetti acquatici, Crostacei, Anellidi) e talvolta piccoli Pesci. Non disdegna germogli di piante acquatiche, specialmente di Artemisia.

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Picchio rosso maggiore

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Il picchio rosso maggiore, appartenente all’ordine dei Piciformi, è una specie sedentaria e localmente dispersiva. Le sue forme sono relativamente tozze; grande testa arrotondata e forte becco a pugnale. E’ nero sul dorso, sulle ali ed ha la coda con delle striature biancastre alle estremità. Il petto e il collare sono beige, mentre l’addome è rosso acceso. Il capo è nero con gola e guance bianche, separate da una sottile linea nera che parte dal becco. Il becco è nero, appuntito e ben robusto e le zampe sono conformate alla progressione su tronchi verticali che vengono risaliti a saltelli, aggrappandosi con i forti artigli e aiutandosi con la coda. I maschi si distinguono molto facilmente dalle femmine perché a differenza di queste ultime hanno una striscia rossa sulla nuca.

In Italia nidifica dal livello del mare fino a oltre 2000 metri di altitudine.  Nidifica in vari tipi di ambienti boschivi e alberati, dove si siano alberi morti in cui può scavare nidi e fori per alimentarsi. Il Picchio rosso maggiore si nutre di insetti e larve, però durante la stagione invernale si ciba anche di pinoli e frutta.  Individua gli insetti e le larve che vivono sotto la corteccia dell’albero dal rumore che emettono mentre rodono il legno, quindi perfora il legno con il suo becco robusto e con la sua lingua retrattile cattura l’insetto

Durante il corteggiamento i due partner si rincorrono a spirale lungo i tronchi. Depone le uova da aprile in poi, in una cavità scavata in un tronco (una covata annua). Normalmente 4-6 uova bianche lucenti ed è il maschio che principalmente provvede alla loro incubazione per 11-13 giorni. I piccoli abbandonano il nido dopo circa 3 settimane.

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Un dolce pettirosso

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pettirosso

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Il pettirosso è un piccolo uccello passeriforme dalla forma rotonda e dai grandi occhi, che sotto l’aspetto dolce e mansueto nasconde un’indole orgogliosa e aggressiva. Si muove sul terreno con lunghi balzi, curvandosi per un paio di passi e poi arrestarsi improvvisamente in posizione eretta, facendo vibrare ali e coda come per  mettersi in mostra. Se la sua attenzione viene attirata da qualche cosa, inclina il corpo da lato a lato, muovendo sia le ali che la coda. Il suo habitat naturale è nei boschi di conifere ma sa anche adattarsi in zone con giardini, siepi, parchi e boschetti.

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Nella stagione degli amori, il Pettirosso corteggia la femmina, arruffando le piume del capo e della gola e offrendole del cibo. Le coppie  si formano  già alla fine dell’inverno. Costruisce il  nido tra le spaccature dei tronchi d’albero, oppure ai piedi delle siepi, in una piccola cavità vicino al suolo, ben nascosto tra foglie di edera; nido che si presenta come una piccola coppa rotonda di steli intrecciati, imbottito di foglie, piccole radici, muschio o peli.

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Tra la fine di aprile e l’inizio di Maggio vengono deposte le uova di colore bruno-pallido, che la femmina cova per circa due settimane. I pulcini vengono allevati da entrambi i genitori per circa un paio di settimane. Questo passeriforme si nutre principalmente di piccoli molluschi, lombrichi, insetti e larve, ma anche dei frutti che offre il bosco: bacche, more, mirtilli, ribes, fragole, lamponi, di cui è molto goloso.

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Il tafano

Il tafano è un insetto dittero della famiglia dei Tabanidi, è molto molesto  È simile ad una grossa mosca, più tozzo e grande (fino a 2,5 cm), di colore grigio giallognolo e con grandi occhi. Le femmine si nutrono cioè del sangue degli animali, mentre i maschi si nutrono di linfa e succhi vegetali di fiori. La puntura del tafano è dolorosa, causa gonfiore e prurito perché l’apparato è piuttosto grande e ferisce anche dei nervi. Può succhiare fino 0,2 ml di sangue e può anche pungere attraverso i vestiti. La femmina dopo aver compiuto il pasto di sangue produce ammassi formati da centinaia di uova di colore grigiastro lunghe fino a 2 mm deposte sulla vegetazione o sui sassi in zone umide o fangose.

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Le uova schiudono entro i 10 giorni, ne fuoriescono delle larve lunghe fino a 6 cm e sono riconoscibili per la testa piccola e retrattile. Le larve hanno movimenti lenti e si cibano degradando la sostanza organica comprese le larve di altri tabanidi. In condizioni normali lo sviluppo delle larve avviene in 3 mesi, ma in caso di ibernazione può richiedere fino a 3 anni. Le larve mature si impupano affondate parzialmente nel fango o nel terreno e gli adulti emergono dopo circa 2 settimane.

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tafano 2

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Particolarità di questo insetto che vola solo durane le ore di luce, è che non emette alcun ronzio.  Vive soprattutto all’ombra: su pascoli, prati, boschi e stalle, dove può trovare facilmente gli animali del cui sangue si ciba, da maggio a agosto. È particolarmente attivo nei giorni afosi con elevato tasso di umidità. In condizioni temperate gli adulti muoiono in autunno e vengono sostituiti da una nuova generazione nella primavera successiva.

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Libellula

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La libellula è un insetto che fa parte della famiglia degli Odonati, ha quattro ali membranose, di solito trasparenti, con piccole macchie e venature, occhi molto grandi ai lati del capo, corte antenne e un apparato boccale in grado di masticare. Il corpo, ha spesso colorazioni brillanti che possono essere differenti tra maschio e femmina della stessa specie e può essere lungo fino a 15 centimetri,
Esistono due gruppi principali di questi insetti che si distinguono con più facilità quando si posano: gli Anisotteri, o vere libellule, che tengono le ali aperte e orizzontali e gli Zigotteri o “damigelle” che le tengono verticali e chiuse sopra il corpo. In volo, le “damigelle” sono molto più aggraziate e volano più lentamente.
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Libellula 1
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Abitano nelle zone umide con acque calme, stagnanti o a corrente lenta. Le “neanidi” forme giovanili della libellula, vivono nell’acqua. Sono abili volatrici (possono raggiungere la velocità di 50 km all’ora) e riescono ad allontanarsi molto perché passano la maggior parte del tempo alla ricerca di prede. Cacciano in due modi, in base alla specie appartenente, infatti alcune specie cacciano solo in volo, mentre altre restano posate sulla vegetazione aspettando che la preda si avvicini. Gli adulti essendo generalmente dei forti volatori, riescono a catturare con le zampe le prede in volo.
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Libellula 2
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Depongono le uova lasciandole cadere direttamente nell’acqua oppure su steli di piante ricoperte d’acqua. L’uovo schiude normalmente dopo un mese dalla deposizione e la nuova nata (neanide) impiega dai tre mesi ai cinque anni per trasformarsi in adulti. E’ il suo periodo di vita più lungo: l’adulto infatti vive solo pochi mesi. La metamorfosi avviene quando le larve sono mature: la ninfa si arrampica fuori dall’acqua e in pochi giorni svilupperà tutti i suoi colori. Le neanidi hanno un potente organo boccale detto “maschera” che, in stato di riposo, è ripiegato sotto il capo e il torace; ma non appena una preda si avvicina viene proiettato in fuori il potente labbro inferiore, con il quale cattura anche girini o crostacei.

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Libellula 3
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