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La cimice “carabiniere”
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La cimice rossonera, comunemente detta anche carabiniere, è un insetto eterottero della famiglia Pyrrhocoridae.
Si nutre della linfa delle piante, facendo anche danni seri, ma è innocua per l’uomo.
Da piccola viene detta “neanide” perché ha una forma diversa dall’adulta, infatti è tutta rossa con un’unica macchia nera vicino alla testa. La si vede sui muri e sulle piante in grandi gruppi. Da adulta è lunga 8-12 mm e presenta una colorazione rossa con disegni geometrici neri.
Una particolarità della cimice rossonera è l’accoppiamento, che dura dalle 12 ore ai 7 giorni e per questo viene definita “insetto tantrico”. La coppia resta attaccata coda a coda, una delle due cimici conduce i movimenti, mentre l’altra è costretta a muoversi all’indietro per tutto il tempo dell’accoppiamento.
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Glicini…
Cetoniella…
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La cetoniella è un insetto appartenente alla famiglia degli degli Scarabaeidae. E’ lunga circa un centimetro e di color nero, la forma tipica è ricoperta di pubescenza elevata nera, ben visibile di profilo. La maggior parte degli esemplari presenta inoltre sul lato dorsale numerose macchiette di pubescenza bianca, che però a volte mancano.
In particolare il torace ha 6 macchie bianche tipiche della specie. Compare sui fiori già all’inizio della primavera. È un insetto fitofago che oltre a nutrirsi del polline, rode gli organi floreali, risultando molto dannoso per l’agricoltura. Predilige e danneggia fiori e boccioli in prevalenza di colore chiaro.
L’eliminazione può avvenire in maniera “manuale” inserendo, cioè, in prossimità dei fiori da proteggere un piccolo pannello di colore bianco o azzurro chiaro ricoperto di colla per uso botanico.
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Piccolo di Nutria
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Il suo vero nome è Coypu (Myocastor coypus), ma è stata soprannominata Nutria e viene anche chiamata “castorino”. Infatti è un castoro sudamericano in quanto originaria di Brasile, Argentina, Perù. Essa appartiene all’ordine dei Roditori ed è importante non confonderla con ratti o topi, essendo specie completamente diverse.
Gli esemplari adulti possono raggiungere circa 60 cm di lunghezza, coda esclusa, e arrivare a pesare circa 8-10 chili. Il colore del loro mantello è generalmente bruno scuro, ma vi sono anche esemplari grigi o con varie tonalità di marrone. Hanno orecchie piccole, lunghi baffi bianchi o argentei. La loro dentatura consiste di 8 molari e 2 incisivi per arcata, gli incisivi sono molto forti e rivestiti da uno smalto di colore arancione. Le zampe sono pentadattili e quelle posteriori sono palmate (a eccezione del quinto dito che è libero), in quanto è un animale prevalentemente semi-acquatico.
La dieta della Nutria è prevalentemente vegetariana, infatti si nutre di piante acquatiche, varie erbe, radici, tuberi e frutti, e si nutrono in prevalenza della vegetazione presente lungo gli argini dei corsi d’acqua.
La sua indole è molto docile, al tal punto che in America viene anche tenuta come animale da compagnia
Questo animale è stato spesso accusato di provocare gravi danni all’agricoltura, ma in realtà è stato provato che sono danni marginali, perché la specie non pascolando mai lontano dall’acqua, non si addentra mai per molti metri nei terreni coltivati. Le tane che scava negli argini possono creare dissesti solo quando viene rimossa la vegetazione arborea e arbustiva, poiché le radici di alberi e cespugli che crescono sulle rive di canali disturbano lo scavo del roditore, che predilige sponde spoglie. Infatti l’abitudine di tagliare a raso le siepi e la vegetazione naturale ha in genere ha favorito la diffusione della Nutria.
In Italia, dove la nutria è arrivata in conseguenza del commercio di animali da pelliccia e una volta passata la moda è stata liberata nei vari corsi d’acqua, si è tentato più volte di rallentare la diffusione della specie tramite l’abbattimento, ma con scarsi risultati. Tali interventi rischiano invece, di incrementare la capacità di crescita a causa di immigrazioni dalle zone vicine.
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